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La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla, appoggiata anteriormente alla trachea, nella parte bassa del collo. La funzione della tiroide è quella di produrre un ormone, l’ormone tiroideo, il quale direttamente e indirettamente controlla molte funzioni dell’organismo (sistema nervoso, cuore, metabolismo, osso, muscoli). All’interno di questa ghiandola possono svilupparsi noduli.
Quali sono i sintomi di un nodulo tiroideo?
Di solito I noduli tiroidei non causano sintomi. Spesso la presenza di un nodulo è rilevata accidentalmente nel corso di esame TC o di un eco doppler delle carotidi o per una ecografia mirata alla tiroide eseguita per “controllo”. Alcune volte è il paziente stesso ad accorgersene, notando un rigonfiamento nella parte anteriore del collo oppure avvertendo un senso di ostacolo alla deglutizione. Nella maggior parte dei casi la presenza di un nodulo non è accompagnata da disfunzione tiroidea (quindi il TSH, l’ormone che regola la funzione della tiroide, è nella norma).
Che cosa provoca la formazione di un nodulo alla tiroide?
Non esiste una causa unica o specifica. La carenza iodica e la familiarità sono fattori favorenti la formazione dei noduli. Dai 60 anni in poi circa il 50% delle donne ha un nodulo alla tiroide, ma fortunatamente nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di noduli benigni.
Una volta scoperto il nodulo, quali esami e valutazioni devono essere eseguite?
Una volta scoperto il nodulo, occorre intanto valutare almeno due cose: 1) TSH, che serve a stabilire se la tiroide funzione normalmente oppure no; 2) Ecografia mirata della tiroide, che serve a valutare dimensioni, struttura della ghiandola, caratteristiche specifiche del nodulo e studio dei linfonodi del collo. In particolare, l’esame ecografico è necessario per stabilire in base alle dimensioni e alle caratteristiche del nodulo, se questo necessita di ulteriori approfondimenti diagnostici, cioè se necessita o meno della esecuzione dell’ago aspirato. Infatti, in base alle dimensioni e alle caratteristiche ecografiche del nodulo, può essere indicata l’esecuzione o meno di un ago aspirato. Questa procedura è necessaria per aspirare cellule dal nodulo mediante un ago sottile, cellule che poi vengono fatte esaminare dall’Anatomo Patologo. L’esito dell’esame citologico può essere sostanzialmente di tre tipi: 1) benigno; 2) indeterminato (rischio di malignità fino al 20-30%); 3) maligno. L’esito dell’esame citologico insieme agli altri dati (età della paziente, funzionalità tiroidea, caratteristiche ecografiche del nodulo, familiarità per tumore della tiroide) è dunque utile nell’inquadramento diagnostico del nodulo ed è importante per le successive valutazioni terapeutiche. La scintigrafia della tiroide, in passato largamente usata, non è utile al fine di determinare la natura del nodulo. Questo esame trova la sua indicazione solo ne caso in cui il paziente portatore di nodulo tiroideo sia affetto da concomitante ipertiroidismo.
Come sono trattati i noduli tiroidei?
I noduli che all’esame citologico si rivelano maligni, richiedono intervento chirurgico. I noduli cosiddetti “indeterminati” possono richiedere follow up ecografico oppure intervento chirurgico a seconda dei casi. I noduli benigni possono essere seguiti ecograficamente nel tempo e non richiedono alcun trattamento specifico, se asintomatici; al contrario, i noduli benigni di dimensioni tali da determinare disturbi compressivi locali o inestetismi del collo, possono essere trattati mediante terapia ablativa (Laser o Radiofrequenza).
dott. Roberto Negro